"Consumare preferibilmente entro..." - Racconti

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seconda edizione - 2012 - versione cartacea

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lunedì 16 giugno 2014

27 maggio, ore 18

C'è questa storia dei fusi orari.
Ho la tabella davanti. Un poster appeso a una parete di questo ufficio con le luci al neon e l'aria condizionata, dove oggi sono rimasto a fare un'ora di “straordinario”.
Tutto il mondo, srotolato come un tappetino, solcato dalle linee verticali che dicono dove e come cambia l'ora. Sempre perché la terra gira e gira senza fermarsi un momento e se ha la faccia rivolta verso il sole deve avere per forza il culo all'ombra.
Comunque.
Nello stesso momento, qui sono le 6 di pomeriggio e in Portogallo sono ancora le 5.
Se fossi velocissimo recupererei quest'ora di vita.
Se fossi ancora più veloce, e in un batter di ciglia potessi trovarmi a New York, recupererei la bellezza di 6 ore. Tornerei a mezzogiorno.
Diciamo che dalle 12 alle 18 di questo 27 maggio 2009, potrei essere qui in ufficio a protocollare documenti di cui non mi interessa nulla e, nello stesso preciso momento, in giro per la Grande Mela a fischiettare. Alle 18 in punto, per esempio, nulla mi vieterebbe di affacciarmi da una finestra in cima all'Empire State Building.
Ma ancor di più... se da New York, sempre istantaneamente, fossi capace con un solo balzo di materializzarmi in California, mi ritroverei lì alle 15 spaccate.
Capite?
Avrei tempo a sufficienza.
Allora allo scoccare delle fatidiche ore 18 di questo fottuto 27 maggio 2009, mentre il primo me, qui a Palermo, starebbe finendo di protocollare documenti di cui non gli interessa nulla e il secondo me starebbe scattando foto dall'alto del mitico grattacielo di New York, un terzo me se la starebbe spassando a surfare sulle onde gigantesche del Pacifico!


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